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Il presidente di AIIP intervistato da DDAY sulle presunte rimodulazioni di Fibercop

Il presidente di AIIP Giovanni Zorzoni, intervistato da DDay, interviene sulle presunte richieste di rimodulazione che sarebbero state avanzate da Fibercop agli operatori.

Sembrerebbe che alcuni colleghi abbiano ricevuto alcune missive da parte del (ancora oggi) incumbent TIM/Telecom Italia o sua controllata – dichiara il presidente – Riteniamo che questi eventuali ‘passi falsi’ possano essere segni anticipatori su cui speculare dell’eventuale comportamento della futura TIM divisa: ‘spremere’ i propri clienti wholesale e comprimere la possibilità di competere a livelli più bassi di rete, dove si può fare diversificazione di qualità.

TIM – continua il numero uno di AIIP – ci ha già abituato più volte in passato ad una morsa sui prezzi all’ingrosso: rendere praticamente impossibile o economicamente svantaggioso competere sul retail acquistando all’ingrosso. E per questi comportamenti di compressione dei margini è già stata molte volte multata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e condannata da diversi tribunali italiani a risarcire parte dei danni cagionati ai concorrenti. In ragione di questi accadimenti passati – conclude Zorzoni – vari operatori, molti nostri associati – hanno iniziato a realizzare rete in fibra ottica propria, perché di fatto questa costituisce ‘una assicurazione’ sulla vita: ogni ‘innovazione’ sui prezzi dei servizi ad alto livello in questo modo provoca condizionamenti minimi o prossimi allo zero su queste reti.

Tutti raccontano che dopo la separazione di TIM esisterà una società con tutte le reti, la cosiddetta NetCo, e una ServCo che opererà quasi al pari degli altri operatori già clienti wholesale di TIM. Sebbene non sia mai stata fatta chiarezza, noi supponiamo che non finirà così. A nostro avviso, una ServCo che dovesse comprare al pari di un operatore wholesale qualunque e quindi dovesse sostenere i propri clienti retail e business con un’offerta simile a quella attuale wholesale, sul mercato durerebbe come un riccio in autostrada. Infatti per noi non andrà così: non avremo una NetCo con tutta la rete e una ServCo solo cliente, ma due ‘NetCo’ con dei pezzi di rete distinti che, per tramite del famigerato e segreto ‘Master Service Agreement’, si scambieranno capacità su queste reti. Noi temiamo che il MSA di fatto costituisca un enorme sconto a volume che nessun altro operatore potrà ambire ad avere.

Quindi – conclude – addiverremo ad un risultato aberrante: l’usuale impossibilità di competere al pari tra operatori commerciali e le società separate di TIM, e un concorrente senza lacciuoli regolamentari e per di più partecipato dallo Stato, che già detiene una ampia partecipazione in Open Fiber, altro operatore della rete. Interessante come eventualità, oltre alla terza guerra mondiale in corso non ci facciamo mancare niente. I nostri operatori però non sono affatto impauriti da un difficile e ipotizzabile ambiente competitivo come questo. Il mercato non è più quello di metà degli anni Duemila: sarà molto difficile mettere ‘i piedi sul tavoloi nel contesto attuale, dove c’è una grande competizione, grazie alle vecchie regole europee che hanno ben regolato il mercato negli anni precedenti, vista l’ampiezza dell’offerta e la differenza, rispetto ad allora, di una pluralità di reti di accesso (la famosa ‘duplicazione’, che è un bene per i consumatori, non uno spreco) presenti sui territori. La iper finanziarizzazione dell’ex TIM unita alla voracità dei fondi di investimento che vi parteciperanno, che richiederà la realizzazione di margini come l’ossigeno per la vita, potrebbe giocare brutti scherzi e ritorcersi contro, e il resto del mercato non starà certo a guardare in caso di inerzie regolamentari”.

Leggi l’intervista su DDAY: https://www.dday.it/redazione/48308/banda-ultralarga-fibercop-parte-con-le-rimodulazioni-gli-internet-provider-non-ci-stanno