Data center locali e localizzazione dei dati personali: le precisazioni di AIIP sulle parole del Ministro Colao
Milano, 6 Luglio 2022 – All’indomani delle dichiarazioni rese alla stampa estera dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao, l’AIIP – Associazione Italiana Internet Provider ritiene opportuno esprimere alcune precisazioni. «Molto spesso ci sono data center piccolissimi che non sono sicuri, che non sono moderni, che non sono efficienti e non sono sostenibili e quindi – diciamolo – non avrebbero motivo di esistere», aveva commentato Colao in occasione della conferenza stampa dello scorso 5 luglio, nell’ambito di un ragionamento sulla ripartizione di ruoli tra Stato e Regioni nella transizione al Cloud, aggiungendo poi, rivolto al giornalista: «Lei non si domanda dov’è il data center di Google che gestisce i suoi dati o quello di Microsoft che gestisce l’azienda».
«Non vi è correlazione tra la dimensione e la sicurezza ed efficienza dei data center – puntualizza tuttavia il Presidente di AIIP, Giovanni Zorzoni; – anche le reti 5G tanto spinte dalla politica sono un complesso sistema di edge-computing: ritenere insicuri i data center di prossimità implicherebbe, secondo la medesima logica, che la rete 5G sia il cloud/networking più insicuro al mondo. In realtà in Italia le PMI e le in-house regionali realizzano Cloud avanzati secondo i migliori modelli di sicurezza ed efficienza e sono l’esempio delle migliori implementazioni di digitalizzazione diffusa del nostro paese. Nondimeno, la stretta del Garante italiano, dopo quello francese ed austriaco, sulle violazioni di taluni servizi che esportano dati dei cittadini europei in violazione della normativa sulla protezione dei dati evidenzia in modo lapalissiano quanto sia importante non solo come, ma anche dove si processano i dati personali».
«Tutti i regolamenti – ricorda il Presidente di AIIP –, dal Data Act al Data Governance Act, sono tesi alla tutela del valore anche economico di quei dati, addirittura puntando ad estendere la protezione oggi accordata dal GDPR ai dati personali anche a quelli aziendali. Parallelamente il Digital Service Act ed il Digital Market Act stanno cercando di porre un freno al potere delle piattaforme globali e di tutelare utenti e imprese in un gioco competitivo compromesso da abusi di dipendenza economica. Sul punto è massima l’attenzione anche dei Garanti europei per la Protezione dei Dati Personali, inclusa l’Autorità italiana».
AIIP pertanto invita il Ministro Colao a considerare attentamente il ruolo e la professionalità delle imprese italiane attive nei data center, nel cloud computing e nelle reti alternative di fibra ottica, che da decenni (e questo ne denota plasticamente la loro sostenibilità nel lungo periodo), senza contributi pubblici, determinano la crescita del sapere digitale nelle economie territoriali, stimolando la permanenza in Italia delle migliori competenze che oggi si formano nelle università e contribuendo, nel contempo, alla salvaguardia dei dati di aziende e cittadini, autentico valore strategico all’interno dei confini dell’Unione. «La piena autonomia digitale di un Paese – conclude Zorzoni – si realizza in primis con il coinvolgimento e la crescita delle PMI nazionali, mantenendo effettive possibilità di controllo, non meramente contrattuale, sul proprio patrimonio di dati e sulle tecnologie che ne abilitano il trattamento».