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ALLARME PER I PREZZI ALL’INGROSSO FISSATI DA AGCOM

L’Associazione Italia Internet Provider (AIIP) esprime allarme per i prezzi wholesale della banda larga pubblicati il 23 giugno da AGCOM. In particolare i prezzi all’ingrosso approvati per la “banda ethernet” appaiono eccessivamente elevati e non orientati ai costi sottesi, in danno alla competitività del mercato e a scapito delle famiglie e delle aziende italiane.

Cosa è accaduto? Poiché il costo unitario della “banda ethernet” dipende dai volumi di traffico internet, AGCOM aveva indetto un “tavolo tecnico” tra i vari operatori per calcolare con neutralità, attendibilità ed esattezza il consumo medio di banda degli accessi internet italiani le cui misure, se correttamente rilevate, avrebbero dovuto risultare per lo più uniformi.

Nel tavolo tecnico TIM ha fornito misure nettamente inferiori a quelle degli altri operatori: i clienti ADSL TIM utilizzerebbero ad es. il 40% di banda in meno rispetto a quelli di uno dei maggiori concorrenti e comunque molto meno di quelli degli altri operatori. Inoltre, a differenza di altri operatori, TIM ha condotto una sola, e non due, campagne di misura per i servizi in fibra (FTTC e FTTH).

Eppure, AGCOM ha sorprendentemente deciso di tener conto quasi esclusivamente del dato TIM, sostanzialmente escludendo dai risultati le misure di altri Operatori nonostante TIM, a differenza di altri operatori, non si è dichiarata disponibile ad una rilevazione congiunta dei dati.

AGCOM ha poi calcolato i volumi sulla base della Banda Misurata, anziché sulla maggiore Banda Allocata come aveva dichiarato nei provvedimenti precedenti, senza così tenere in debita considerazione il fattore di “overhead” nel dimensionamento della rete di un operatore efficiente, che vale circa il 25%.

AGCOM ha così approvato prezzi che ad avviso di AIIP sono largamente superiori ai costi sottesi. Tale circostanza è confermata dal confronto con i prezzi wholesale praticati per il medesimo servizio da un altro operatore nazionale, che sono fra la metà ed un terzo di quelli approvati da AGCOM per TIM, facendo apparire TIM – la cui offerta rimane indispensabile ai concorrenti – così inefficiente da avere costi fino a due/tre volte maggiori della concorrenza.

Ove questa inefficienza non fosse reale, cosi come ritiene AIIP, ma dovuta a valutazioni inesatte nella determinazione di prezzi all’ingrosso orientati ai costi sostenuti, gli operatori concorrenti sarebbero costretti a pagare un sovraprezzo a TIM per i servizi all’ingrosso, con il risultato di applicare prezzi più alti per le famiglie e le aziende italiane.

AIIP si riserva di salvaguardare nelle opportune sedi gli interessi dei propri associati, dei cittadini e delle aziende italiane che acquistano servizi a larga banda.