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Equo compenso per copia privata, AIIP e Assintel: via la tassa sul cloud, è un altro passo indietro per la digitalizzazione del Paese e danneggia le imprese

“La bozza di decreto ministeriale sul compenso per copia privata rischia di aumentare gli oneri burocratici e penalizzare le PMI italiane”

MILANO – “Estendere il compenso per copia privati ai servizi cloud, come previsto da una bozza ha un rischio concreto: rallentare la digitalizzazione del Paese e penalizzare le PMI italiane, spina dorsale del tessuto produttivo italiano”. Questa la posizione comune dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) e dell’Associazione Nazionale delle Imprese ICT di Confcommercio (Assintel), che hanno presentato congiuntamente le proprie osservazioni al Ministero della Cultura sulla bozza di decreto che estende il compenso per copia privata ai servizi cloud.

Il compenso per copia privata era stato introdotto per compensare gli autori nel caso in cui i cittadini effettuassero copie personali di opere acquistate legalmente, utilizzando supporti fisici come cassette, CD, DVD o hard disk. “Oggi – osservano le due associazioni – ci troviamo di fronte ad una realtà diametralmente opposta e applicare lo stesso principio al cloud è fuorviante: lo storage remoto non è un supporto fisico, ma un servizio virtuale che consente di archiviare, elaborare e condividere dati online, utilizzato in gran parte per contenuti autoprodotti. I supporti che lo rendono possibile (es. server) hanno già scontato il contributo al momento dell’acquisto degli hardware. Estendere la tassa anche allo storage remoto significherebbe imporre un doppio prelievo, del tutto sproporzionato rispetto alle finalità originarie della normativa, a danno di cittadini e aziende che usano il cloud soprattutto per contenuti autoprodotti o attività professionali, non per opere soggette a diritto d’autore”.

AIIP e Assintel sottolineano anche che “il cloud è uno strumento essenziale per le imprese: viene utilizzato per backup, elaborazione dati, compliance, sicurezza informatica e intelligenza artificiale. Tassare questi utilizzi aziendali significherebbe colpire attività che nulla hanno a che vedere con la copia privata di opere protette, con il rischio di frenare lo sviluppo digitale delle PMI e delle startup italiane”. Per queste ragioni, le due Associazioni chiedono “che i servizi B2B vengano esclusi in modo chiaro e strutturale dall’applicazione del decreto”.

Inoltre, proseguono AIIP e Assintel “la proposta contrasta apertamente anche con le strategie nazionali ed europee che, tramite PNRR e programmi UE, incentivano la migrazione al cloud come leva di crescita. Una tassa su questi servizi rischia di avere l’effetto opposto, frenando l’adozione di tecnologie cruciali come intelligenza artificiale, big data e sicurezza informatica”.

“L’estensione del contributo per la copia privata ai servizi cloud rappresenta un grave ostacolo per le imprese italiane, complicando inutilmente gli obblighi di compliance e imponendo oneri aggiuntivi senza distinguere tra servizi destinati ai consumatori e quelli destinati alle aziende” afferma Giuliano Claudio Peritore, presidente di AIIP. “È fondamentale stralciare l’applicazione ai servizi cloud, in particolare quelli B2B, e semplificare le modalità di compliance, per non trasformare il diritto alla copia privata in una tassa occulta sull’innovazione” conclude.

«Come Assintel riteniamo necessario che il Governo riconsideri questa misura e ne stralci l’applicazione ai servizi cloud – dichiara Paola Generali, presidente Assintel – perché non solo introduce un doppio prelievo a carico di cittadini e imprese, ma rischia di generare un freno alla digitalizzazione del Paese in un momento cruciale. Il cloud è la base per lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale, big data e cybersecurity, e rappresenta per le PMI uno strumento indispensabile per essere competitive sui mercati globali. Introdurre nuovi oneri su questi servizi significa colpire direttamente l’innovazione e contraddire gli stessi obiettivi del PNRR e delle strategie europee».

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