AIIP agli Stati Generali contro la Pirateria: “Serve una strategia sistemica e fondi pubblici per sostenere chi garantisce la legalità”
Il Vice Presidente Giovanni Zorzoni ha partecipato come relatore all’incontro internazionale “Stop Piracy – La cooperazione europea per il contrasto alla pirateria”, organizzato da AGCOM
Milano, 16 ottobre 2025
AIIP, l’Associazione Italiana Internet Provider, ha partecipato all’incontro internazionale “Stop Piracy – La cooperazione europea per il contrasto alla pirateria”, organizzato da AGCOM presso l’Università Parthenope di Napoli.
Nel suo intervento, Giovanni Zorzoni, Vice Presidente AIIP, ha posto l’attenzione su un aspetto fondamentale spesso sottovalutato: la gestione dei filtri previsti dal sistema Piracy Shield è oggi, in sostanza, una prestazione obbligatoria per gli operatori di rete, ma non è accompagnata da alcun meccanismo di remunerazione pubblica.
“AGCOM ha già svolto una ricognizione dettagliata dei costi sostenuti dagli operatori e l’ha trasmessa al Governo”, ha ricordato Zorzoni. “Ma ad oggi, nessun provvedimento concreto è stato adottato. La settimana prossima si discuterà con l’Autorità dell’estensione dell’uso di Piracy Shield anche ai contenuti non in diretta. Vista l’importanza crescente di questo strumento e il suo radicamento nelle reti degli operatori, è indispensabile che, nel quadro della Legge di Bilancio, si prevedano fondi pubblici per ristorare i costi già sostenuti e per garantire la sostenibilità futura del sistema”.
AIIP ha inoltre ribadito la necessità di escludere dai bandi pubblici e dai fondi di incentivazione, inclusi i futuri voucher connettività, tutti i soggetti che non collaborano attivamente con la normativa antipirateria, sia nel settore degli accessi alla rete sia tra i provider digitali. “Non è accettabile che operatori che rifiutano di applicare i filtri previsti dalla legge possano beneficiare di fondi pubblici, mentre chi garantisce la legalità opera in silenzio, a proprie spese e sotto vincolo di legge”, ha dichiarato Zorzoni.
La disintermediazione promossa da alcune piattaforme, tramite DNS bypass o VPN integrate nei browser e nei sistemi operativi, mina alle fondamenta l’efficacia dei sistemi di tutela. “Se non si affronta il problema a 360 gradi, si rischia di rendere inefficaci anche gli strumenti più sofisticati, come il Piracy Shield. Serve una strategia sistemica, una cooperazione multilivello e una visione chiara su chi deve fare cosa. I provider di accesso, mere conduit, non possono restare da soli”.
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